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La dieta del velista Gaetano Mura: bontà sarde in alto mare

Secondo l’Università di Cagliari, per affrontare un’impresa sportiva estrema serve anche una dieta specifica, meglio se a base di prodotti tipici.

La giusta alimentazione è importante sempre, ma lo è ancora di più per gli sportivi. Secondo un recente studio dell’Università di Cagliari, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “International Journal of Sport Nutrition and Exercise Metabolism” una dieta specifica è indispensabile se si vuole affrontare un’impresa sportiva estrema. La ricerca ha ottenuto un importante riconoscimento accademico dalla rivista scientifica internazionale che lo ha validato.

Lo studio, effettuato sul velista oceanico Gaeano Mura durante il suo tentativo di giro del mondo, ha fatto emergere un dato di fatto: per riuscire a superare con successo un impegno del genere servono non soltanto una preparazione psicologica e fisica adeguate, ma anche una dieta studiata con rigore scientifico. Onde alte dieci metri, lunghi mesi di veglia interrotti solo da micro sonni, fatica fisica per governare la barca in mezzo all’Oceano in tutte le condizioni climatiche: non sarebbe possibile senza un piano alimentare adeguato. È questa la conclusione alla quale sono giunti i ricercatori del Laboratorio di Fisiologia degli Sport dell'Università di Cagliari, guidato dal professor Antonio Crisafulli, che hanno lavorato alla creazione di una dieta per l’ocean racer Mura che ha affrontato la sua avventura in mare in solitario, senza scalo e senza assistenza.

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Lo studio ha previsto gli esami dell’atleta e poi la progettazione della dieta che comprendeva alimenti tipicamente sardi come i malloreddus, il pane carasau, il pecorino, le mandorle e l’olio d’oliva. Ogni pasto è stato preparato in una busa sigillata per un totale di 120 pasti completi pensati per soddisfare le esigenze nutrizionali specifiche del velista e badare non soltanto al suo sostentamento ma anche al bisogno di soddisfare il palato. Insieme alla dieta da seguire in navigazione, i ricercatori hanno anche effettuato la misurazione dei parametri antropometrici prima e dopo la traversata degli oceani.

La letteratura scientifica mostra che spesso gli atleti sottoposti a situazioni di stress intenso e prolungato come la navigazione in vela in solitaria, portano a termine l’impresa con un notevole calo di peso, dovuto sia alla difficoltà di consumare pasti regolari sia allo sforzo prolungato nel tempo. Non è stato così per il velista Mura, che dopo 65 giorni di navigazione, non ha mostrato grandi differenze nelle misure antropometriche che non sono cambiate in modo significativo. Evidenti solo alcune perdite localizzate: “nell'area lipidica del braccio e dell'aerea muscolare della coscia che sono diminuite”. Il gruppo di ricerca che ha curato lo studio su Gaetano Mura è composto da Giovanna Ghiani, Sara Magnani, Azzurra Doneddu, Gianmarco Sainas, Virginia Pinna, Marco Caboi, Girolamo Palazzolo, Filippo Tocco e Antonio Crisafulli (Università di Cagliari).

Foto | Ufficio stampa

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