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Intervista a Francesco Era, + Europa

Le INterviste di IteNovas.com sulle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Quattro domande, sempre le stesse per tutti i candidati, sui temi caldi di questa campagna elettorale.

Prosegue la serie di interviste ai protagonisti delle prossime Elezioni politiche del 4 marzo, in particolare i candidati nei collegi della Sardegna. Oggi risponde alle nostre 4 domande Francesco Era, candidato con * Europa/ Centro Democratico al terzo posto nella lista plurinominale per il collegio Centro - Nord della Camera dei Deputati.

Qual è la novità di queste elezioni? Perché un sardo deluso dovrebbe recarsi alle urne?

La novità di queste elezioni è il fatto che rispetto a quelle precedenti, vi sono ulteriori nuove formazioni che si presentano al di fuori dei tradizionali poli del centro destra e del centro sinistra anche di matrice autonomista. Inoltre vi è una nuova legge elettorale ancora una volta inadeguata e senza preferenze che nega il diritto all’elettore  di dare il voto di preferenza al proprio candidato, legge che ritengo incostituzionale. I sardi in particolare che hanno più gap degli altri, devono sempre recarsi alle urne perché chi non vota subisce la volontà altrui e perché nelle varie formazioni ci sono anche persone serie e in buona fede che possono a livello nazionale, promuovere proposte di legge per aiutare le Comunità da cui provengono. 

Per la Sardegna serve autonomia, sovranismo o indipendenza? E perché?

La Sardegna ha una storia particolare, al momento ha bisogno di una maggiore e diversa autonomia e un moderno statuto che contempli a seguito di una riforma costituzionale, maggiori prerogative e competenze a suo favore almeno in materia di Ambiente, Energia, Fiscalità e trasporti. Ciò per creare le condizioni per poter sviluppare tutte le sue inespresse potenzialità. Rispetto ad altri, i sardi certamente hanno più motivi per porre le questioni dell’ autonomia e del federalismo.

Cosa ritiene di poter fare in Parlamento per i suoi concittadini di un’isola troppo spesso dimenticata? 

La Sardegna è una Regione insulare e anche di frontiera distante dal continente, conseguentemente ha caratteristiche differenti rispetto a tutte le altre Regioni d’Italia e pertanto ha diritto a diverse  compensazioni  atteso che l’ Europa ha già riconosciuto il principio di insularità. Sono tante le cose da fare, intanto reclamare il rispetto di tutti gli accordi Stato Regione finora siglati, codificare compiutamente la continuità territoriale merci e persone, effettivo riconoscimento delle minoranze linguistiche da cui dovrebbe discendere anche il conseguente diritto alla possibile rappresentanza specifica certa al parlamento europeo per ogni minoranza linguistica esistente. Quindi attraverso la modifica della legge elettorale (più o meno con il medesimo meccanismo vigente per il Trentino Alto Adige). Rivisitazione dell’architettura costituzionale per il ripristino di provincie che possano legiferare per governare il loro territorio. Il sollecito delle bonifiche che non sono state mai eseguite. Legge di rinascita per un piano straordinario per lo sviluppo  dell’agricoltura e  della vocazione delle attività agricole turistiche ricettive. Infrastrutture interne, strade, aeroporti e porti. Mantenimento delle attività artigianali e o industriali produttive, compatibili con le peculiarità della Sardegna e non inquinanti. Legge per il contrasto allo spopolamento delle zone interne e finanziamento agevolato per il recupero del patrimonio edilizio storico e per l’albergo diffuso. l’elenco è ancora lungo.

 Cosa pensa di insularità e Zona franca? Sono soluzioni praticabili che possono essere proposte alle camere?

Sull’insularità l’Europa ha già riconosciuto tale principio quindi occorre un effettivo recepimento con compensazioni che sono dovute  e che lo stato italiano deve predisporre e attivare concordandole in sede di Unione. Anche la zona franca  è praticabile occorre attivarla almeno nei porti in cui era stata prevista. 

 

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