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La bio-edilizia del futuro ha due materiali: cannabis e calce

  • Scritto da Anna Maria Cantarella

Il Sassarese Costanzo Salis, maestro calcinaio, in occasione del  seminario di formazione internazionale organizzato dall’Anab ha spiegato come i materiali biologici si possono utilizzare in edilizia

E’ stato il sassarese, maestro Costanzo Salis, uno dei protagonisti del Seminario di Formazione Internazionale del Progetto Europeo Erasmus+Canapalea, un’iniziativa dell’ Associazione nazionale architettura biologica che punta all’utilizzo della “cannabis sativa” come materiale biologico, completamente naturale, da utilizzare nelle costruzioni in combinazione con altri materiali naturali come il legno e la calce. A Crocetta di Montello, Salis ha illustrato ad operatori del settore provenienti da Italia, Francia, Spagna e Belgio, le diverse tecniche di applicazione di questa nuovissima branca della bio-edilizia in un vero e proprio cantiere-scuola di formazione che è stato ribattezzato “Il Trionfo della canapa”.

La manifestazione è parte di un più ampio progetto che intende proseguire fino al 2018 e il cui obiettivo è professionalizzare gli addetti ai lavori, per evitare errori costruttivi e ottenere opere di elevata qualità utilizzando il canapulo, cioè la parte legnosa della canapa italiana. La manifestazione gode del patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Treviso e del Comune di Crocetta, del sostegno di Assocanapa, dell'Ordine degli Architetti e del Collegio dei Geometri provinciale.

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Nell’ex canapificio veneto di Crocetta di Montello, che nell’Ottocento era uno dei più grandi canapai italiani, il maestro calcinaio ha spiegato ai colleghi le varie tecniche di applicazione della canapa insieme al grassello di calce, e Salis ha anche messo a disposizione le “talocce”, attrezzature autoprodotte in legno e i colori naturali, grazie alle quali gli operatori hanno sperimentato i materiali per la realizzazione di intonaco coibente, cappotto e altre rifiniture su profili murari predisposti, con metodo a battuta di cazzuola.

Oliver Zaccanti, delegato nazionale Anab e responsabile per l’Italia del progetto Canapalea ha così commentato l’evento: “In Italia molti si improvvisano nell’utilizzo, con conseguenti risultati anomali che generano diffidenza. Un gran numero di operatori non è al corrente delle infinite possibilità di impiego, né delle elevate qualità che la canapa offra in termini ambientali, di igiene della casa e di prestazioni termo-igrometriche”. Il maestro Costanzo Salis ha invece spiegato quali sono i progetti per il futuro, tra cui l’idea di creare una filiera sarda in quanto il territorio e il clima dell’isola si prestano bene alla sua coltivazione: “Ma per generare un indotto ad uso industriale però occorrerebbe allestire un impianto di trasformazione capace di separare la parte legnosa dalla quella fibrosa. Ce ne sono solo due in tutta Italia, uno in Piemonte e uno in Puglia”.

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Il settore ha quindi bisogno di un grande impulso, e sono gli stessi organizzatori dell’evento a sottolineare che per adesso la produzione italiana di canapa non è sufficiente a soddisfare la crescente richiesta di derivati della canapa, che infatti vengono importati per gran parte dalla Francia.

I prossimi appuntamenti del progetto Canapalea  si terranno il 16 Febbraio a Roma e il prossimo giugno a Rennes, in Francia. Un seminario di formazione è previsto invece a Sassari in primavera.