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Se ai rifugiati fossero dati i beni confiscati alla mafia?

Le immagini degli sgomberi dei rifugiati di piazza Indipendenza a Roma sono ancora nella nostra mente e già si discute l’ipotesi di affidare ai rifugiati i beni confiscati alla mafia nostrana.

Diciamocelo chiaramente: prima ancora di capire come mai degli stranieri (non turisti) arrivino nel nostro paese, siamo già pronti ad etichettarli come immigrati. Che poi ottengano lo status di rifugiati, quello è un altro discorso, quasi soltanto di natura amministrativa. Di fatto, per molti italiani, queste persone sono soltanto stranieri che vengono ad impoverire e abbruttire il nostro Paradiso italico.

E se a questo presunto danno percepito si aggiungesse anche la beffa? Sembra questo il risvolto dell’ultima legge che prevede l’assegnazione ai rifugiati dei beni confiscati alla mafia. Una legge già approvata? Assolutamente no! Per ora si tratta soltanto di un’ipotesi su cui sta lavorando il ministero dell’Interno. Al Viminale si discutono in questi giorni le linee guida per usare i beni confiscati alla mafia come strutture per i migranti ma anche per i cittadini italiani. Quell’anche ha il sapore della magra consolazione. Il direttore dell'Agenzia dei beni confiscati, Emilio Mario Sodano, ha riferito all’ANSA: “Al momento non siamo ancora stati coinvolti dal Viminale, ma credo avverrà più in là”.

Tra i beni confiscati che potrebbero essere attribuiti ai migranti ci sono anche 229 immobili sardi tra cui 102 già destinati ad alcuni enti. Quale sarà il ruolo della nostra Regione nella dinamica dell’accoglienza?

 

 

Fonte | ANSA-Focus
Foto | Pixabay

 

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