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Addio al mal di schiena con la fisioanalisi

La tecnica è basata su un riequilibrio tra la parte bassa e quella alta del corpo, in sole cinque sedute promette di risolvere i problemi alla spina dorsale e tutti quelli articolari.

Soffrire di mal di schiena e altri dolori articolari è ormai una consuetudine poco piacevole per molti milioni di italiani, ora però c’è un “nuovo” rimedio che potrebbe portare sollievo. Si tratta della fisioanalisi, "una tecnica che permette di ritornare a vincere la forza di gravità soltanto con gli arti inferiori", per Giuseppe Mastrodicasa, pioniere della disciplina in Italia. "La prerogativa dell'umanità – secondo lui - è proprio quella di utilizzare le mani, due arti che, affrancati dalla funzione di sostegno, l'uomo ha cominciato ad impiegare nel processo di manipolazione". Molti disturbi e patologie - osserva il medico - sono causate “dal fatto che la parte superiore del nostro corpo deve ancora aiutare quella inferiore nella lotta contro la gravità. Un comune mal di schiena, ad esempio, segnala questo limite, come una spia che si accende quando l'usura dei tessuti è eccessiva. Il problema è il conflitto tra muscoli agonisti e muscoli antagonisti. Se i muscoli antagonisti sono contratti per permettermi di vincere la forza di gravità, il muscolo agonista entra in conflitto e, ogni volta che si contrae, trova l'ostacolo del muscolo antagonista. Questi attriti - evidenzia - sono quelli che poi usurano il corpo, a livello articolare, ma anche a livello dell'endotelio dei condotti in cui scorrono i fluidi, che vengono così rallentati".

Su cosa va a produrre benefici la fisionalisi? "Si vanno a cercare quelle resistenze nel corpo che ci impediscono di utilizzare gli arti per vincere la forza di gravità e affrancare la schiena da questa funzione di sostegno. Nella pratica - specifica Mastrodiocasa - attraverso un piccolo cilindro si va a stimolare il riflesso plantare, e si riordinano quelle posizioni ortogonali delle articolazioni che permettono alla gamba di svolgere pienamente la sua funzione". Una rieducazione che si acquisisce in un breve periodo: "Dopo 5 incontri i risultati sono definitivi, per tutta la vita - sottolinea il medico esperto di Fisioanalisi - si riordina l'equilibrio partendo dal piede, la base di appoggio, e poi si sale pian piano verso l'alto fino ad arrivare alla colonna cervicale. Inizialmente il paziente si ritroverà con un movimento che non conosce, di cui si deve riappropriare, e questo accade nel mese che intercorre tra una terapia e l'altra. Successivamente si interviene sul bacino, che riposizionandosi sul piede ci garantisce quella capacità gravitazionale per cui la colonna vertebrale non deve essere più contratta. Nelle restanti sedute si libera il tratto lombare, dorsale e cervicale e le terapia è completata. Si fa poi sempre una sesta seduta, dove si ri-coordina tutto mettendo sotto stress l'intera colonna, in modo che ci sia più omogeneità ed armonia di movimento".

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I benefici prima di tutto riguardano la colonna vertebrale, che viene affrancata da questa funzione di sostegno. Di conseguenza tutte le patologie ad essa associate ne traggono un “miglioramento notevole, dalle ernie del disco alle semplici sciatalgie, lombalgie, cefalee, emicranie. L'aspetto più importante però è la riacquisizione di alcune funzioni: tutte le cose che facciamo vengono svolte più facilmente proprio perché dipendono da questa capacità muscolare. Più l'uomo viene affrancato dalla funzione di sostegno degli arti superiori, che può quindi dedicare alla manipolazione, più la sua intelligenza cresce insieme alle sue capacità, grazie alle esperienze che stimolano la crescita del cervello". I miglioramenti però non si limitano solo a postura ed equilibrio, ma si estendono anche alla trasmissione dei fluidi corporei: "Un muscolo molto importante, che spesso perde la sua funzione per aiutare la stazione eretta è il diaframma, che perde un po' della sua funzione. Di conseguenza - ricorda Mastrodicasa – i fluidi che si muovono all'interno delle due grandi cavità, addominale e toracica, rallentano il loro flusso perché manca la sua azione di spinta. I fluidi si muovono per azione della muscolatura striata, quindi se la muscolatura, e il diaframma in particolare, non riesce a spingerli, questi fluidi rallentano causando l'insorgere di patologie". Con la fisioanalisi si riesce “a liberare il diaframma dalla funzione di sostegno, migliorando il flusso del sangue, la respirazione, la digestione”. Risultati positivi che hanno trovato conferma anche nell'applicazione allo sport: "Lo scorso anno abbiamo condotto dei test sui calciatori di una delle più importanti squadre di calcio italiane. In particolare, attraverso una spirometria, è emerso come l'80% di questi calciatori respirasse molto meglio, confermando la mobilità del diaframma, con benefici su corsa, digestione e con una diminuzione anche gli infortuni", conclude Mastrodicasa.

Foto | KMo Foto su Flickr

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