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Amianto: 50 milioni per le pensioni dei lavoratori esposti

Li prevede un emendamento approvato ieri notte in Commissione bilancio alla Camera, presentato dal deputato sardo Michele Piras.

Arrivano finalmente i fondi per le pensioni dei lavoratori esposti all’amianto, una lunga battaglia particolarmente sentita in Sardegna, dove solo ad Oristano negli ultimi anni sono morte per questo motivo quattro persone.
La buona notizia arriva dalla Commissione bilancio della Camera dei Deputati, che la notte scorsa ha approvato un emendamento alla legge di stabilità, presentato dal parlamentare sardo di Sinistra Italiana – Sel, Michele Piras, per il riconoscimento della “pensione di inabilità ai lavoratori esposti all'amianto, riaprendo i termini per le richieste all'INAIL per coloro che abbiano contratto malattie asbesto correlate e destinando 50 milioni di euro nel biennio (20 milioni per il 2017 e 30 milioni per il 2018)”.

Da Ottana ad Oristano tanti malati

Secondo Piras è un provvedimento che rende “una parziale giustizia a chi ha tanto sofferto, e ancora sta soffrendo, per i veleni che ha respirato e con i quali è entrato in contatto per causa di servizio", in particolare i tanti che si sono ammalati lavorando ad esempio nella Sardegna centrale, “dall'ex polo petrolchimico di Ottana” fino ad altre fabbriche, in una battaglia che ora però “interessa tutta Italia”.
Battaglia che ha “coinvolto centinaia di cittadini e l'associazione degli esposti all'amianto Aiea”, e il deputato della Sinistra ora si augura che “il governo in vista della fiducia mantenga questo impegno preso in commissione. Il suo stralcio sarebbe l'ennesima beffa".

Solo in Sardegna oltre 1000 gli ex esposti

Solo in Sardegna, infatti, secondo dati recenti ci sono 1.089 ex esposti, quindi ad altissimo rischio, al momento sotto osservazione sanitaria, sempre escludendo i molti casi di militari. E ancora: nell’isola abbiamo 1.700 siti pubblici o aperti al pubblico - comprese scuole materne e ospedali - e migliaia e migliaia di edifici privati per un totale di non meno di 500mila metri cubi di materiali che contengono amianto compatto o friabile da smaltire. Un provvedimento di civiltà insomma, quello adottato ieri notte in Parlamento, ma che rappresenta solo il primo passo dei tanti da fare per mettere in sicurezza tutti coloro che hanno lavorato a contatto con questa pericolosa sostanza e tutte le strutture ancora oggi pericolose da frequentare.

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