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Per il Cagliari è fatale anche Verona: 1-0 per il Chievo

I rossoblù deludono contro un’avversario sicuramente alla loro portata, aumenta il malumore fra i tifosi per lo scarso rendimento esterno e le scelte di Rastelli.

Il Cagliari formato trasferta non finisce più di deludere: anche sabato pomeriggio, contro un Chievo per niente irresistibile (i veronesi avevano fatto molto meglio mettendo in difficoltà la Juve due settimane fa) i rossoblù hanno ceduto lontano dalle mura amiche, e anche se stavolta è stata evitata la goleada la squadra non ha mostrato gioco e non ha praticamente mai tirato in porta. Certo, ancora una volta le assenze si sono fatte sentire (a quelle “storiche” si sono aggiunti anche lo squalificato Dessena, Tachtsidīs e Pisacane) ed è arrivata l’ennesima rivoluzione nella formazione che ha fatto arrabbiare i tifosi, anche se per molti aspetti le scelte sono state obbligate, come è successo anche per l’esclusione del clieno Isla, appena tornato da un viaggio intercontinentale con la sua nazionale. Questo non giustifica una sconfitta subita senza praticamente aver mai tirato in porta, contro un’avversario ampiamente alla portata del Cagliari e a sua volta messo in difficoltà dalle assenze: dal punto di vista tecnico e delle trame di gioco i rossoblù sono apparsi a lungo superiori, ma non hanno mai inciso e solo una volta passati in svantaggio si sono riversati in avanti in maniera sterile, tanto che Sorrentino (come del resto Storari) non ha dovuto fare nessuna parata.

Giocare per il pareggio non porta bene

Criticato per l’atteggiamento troppo spregiudicato nelle disastrose trasferte contro Lazio e Torino, Rastelli va in campo molto più coperto e riesce a rischiare pochissimo, ma al tempo stesso la squadra produce poco o niente e tutto dopo essere passata in svantaggio, quasi che l’obiettivo fosse lo 0-0. Una parte della tifoseria attribuisce gli evidenti limiti di concentrazione e personalità finora mostrati in molte gare all’allenatore, che si vorrebbe esonerato ma che ha dalla sua parte una classifica ancora positiva, visto che la “zona calda” resta a nove punti di distanza: sicuramente Rastelli a volte sembra metterci del suo e le ultime prestazioni esterne sono state scoraggianti, ma non vanno sottovalutati nemmeno i limiti tecnici della squadra, aggravati dalle assenze, e quel “fattore isola” di cui già decenni fa parlava Gianni Brera a proposito del Cagliari di Riva, vincitore di uno scudetto che in qualche modo valeva quasi doppio anche per le difficoltà logistiche e i continui viaggi in aereo per giocare in trasferta. Non è un caso che il club rossoblù tradizionalmente abbia sempre avuto un rendimento molto più alto in casa che fuori.

Tutta colpa di Rastelli? tre problemi rossoblù

Le rivoluzioni nella formazione. L’allenatore cagliaritano vede la squadra ogni giorno e conosce meglio di tutti lo stato di forma mentale e fisica dei calciatori: detto questo, al netto dei cambi forzati, anche ieri ha voluto prendersi il gusto di sperimentare una formazione inattesa, escludendo tutti gli attaccanti che finora avevano giocato titolari (Borriello, Melchiorri, Sau) e mettendo dentro dall’inizio il rientrante Farias e Giannetti. Esperimento fatto per sfruttare la velocità dei due ma non riuscito, tanto che senza prima punta il Cagliari non ha mai tirato.
Il blocco Juve che non rende. A inizio stagione le speranze di fare qualcosa in più della salvezza erano in gran parte affidate a un terzetto arrivato dritto dalla Juve pluricampione d’Italia: Storari, Padoin e Isla dovevano essere il valore aggiunto. In questo momento della stagione sono tra i più deludenti. Il portiere anche ieri è stato battuto sull’unico tiro in porta degli avversari, Padoin non ha inciso quasi mai e Isla sballottato tra viaggi transoceanici e cattiva condizione fisica è forse la vera delusione della prima parte di stagione.
I limiti tecnici, fisici e di esperienza della rosa. Gli infortuni non hanno solo tolto di mezzo alcuni giocatori di talento, ma hanno aperto spazi molto più ampi a compagni che finora non sempre sono sembrati all’altezza, dal punto di vista tecnico o dell’esperienza. In difesa Bittante e Salomon sembrano pagare la mancata dimestichezza con la categoria, e dopo un avvio brillante Bruno Alves da qualche settimana sembra in calo, a centrocampo Di Gennaro prova a fare il regista o il trequartista con risultati alterni, ma nelle partite esterne dove si tratta di ripartire denuncia la sua lentezza, problema anche di Tachtsidīs, mentre Munari non sembra avere i piedi per fare il play e Barella appare ancora acerbo per la Serie A. In attacco, infine, Sau e Borriello nelle ultime uscite sono apparsi poco ispirati, Farias è appena rientrato e Giannetti ha avuto a Verona una chance fallita che chissà quando si ripeterà.

Le pagelle di IteNovas.com

Is Mellus

Farias - Il tasso tecnico c’è tutto e infatti le uniche giocate interessanti escono dai suoi piedi, ma ancora la condizione fisica non è la migliore


Aicci Aicci 

Barella - Tra gli ultimi ad arrendersi, lotta tanto ma non trova mai la giocata giusta per aprire la difesa del Chievo

Is Peus 

Bittante - Sembra sempre spaesato e poco sicuro, non riesce a coprire l’uscita a vuoto di Alves sul gol di Gobbi, ed è l’azione decisiva

Giannetti - Finalmente trova la spazio che voleva ma lo sfrutta nel modo peggiore, non riuscendo mai a farsi a vedere in area e sbagliando giocate banali

Munari - Schierato come regista, non riesce a trovare i tempi e le giocate per dare il giusto ritmo alla squadra


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