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USB: LA RICERCA RIPARTA DAL PUBBLICO

Assemblea USB Il sindacato denuncia la distruzione della ricerca pubblica e rilancia con un'assemblea

Chi è che studia i virus e le malattie che circolano sul territorio fornendo indicazioni alle autorità sulle misure da adottare? Chi valuta l’impatto sull'ambiente di incidenti e siti industriali inquinanti? Chi fornisce i dati economici e occupazionali su cui si basano le decisioni della politica? Chi è che valuta la possibile presenza di colture OGM sul territorio italiano?

Tutte queste sono valutazioni e decisioni che spettano agli Enti Pubblici di Ricerca (EPR), che però sono messi in ginocchio dai tagli arrivati nelle finanziarie degli ultimi anni: nel solo 2013 sono stati tagliati ben 88 milioni di euro al sistema, con 24 milioni in meno per l’INFN (Istituto nazionale di fisica nucleare), 16 in meno per il CNR (Consiglio nazionale delle ricerche), 6,5 in meno per l’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), 5,2 milioni in meno per l’ISS (Istituto superiore di sanità), 3,8 in meno per l’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e 3,2 milioni in meno per INEA (Istituto nazionale di economia agraria).

Inoltre, il 22,4% di chi lavora negli EPR è precario (più di 4600 persone – la percentuale più alta nel Pubblico Impiego), e di questi oltre 1500 si devono accontentare di un contratto atipico (di solito co.co.co.) senza nessuna garanzia e tutela, pur svolgendo le stesse attività dei colleghi strutturati. Da questi problemi nasce l’iniziativa Public Research Reloaded – Per una ricerca Pubblica e ‘Stabilizzata’ – per un futuro diverso”, assemblea nazionale dei lavoratori della ricerca organizzata ieri a Roma da USB (Unione sindacale di base): in questa occasione, il sindacato ha proposto una sua piattaforma per chiedere la stabilizzazione dei precari, politiche fiscali che cancellino la discriminazione rispetto alla ricerca privata e aumento dei fondi ordinari degli enti. Altre richieste sono lo sblocco totale del turn-over (la possibilità di utilizzare i fondi risparmiati coi pensionamenti per nuove assunzioni), e la riforma del sistema di governance degli EPR.

Anche in Sardegna sono presenti diversi istituti e sedi: anzitutto quelli legati alla rete scientifica del CNR, dall’ Istituto per l'ambiente marino costiero di Torregrande all’ Istituto di neuroscienze di Monserrato fino all’Istituto di genetica delle popolazioni di Li Punti; ci sono anche un osservatorio dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) a Cagliari ma anche una sezione dell’INFN sempre nel capoluogo. 

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