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I mille usi della canapa: dal cibo alla salute

  • Scritto da Effe_Pi

Nel weekend a Roma Canapa Mundi, fiera internazionale dedicata ai molteplici usi di una delle piante più versatili del mondo, che a parte essere fumata è una risorsa economica immensa tra cibo, medicinali e oggetti.

Canapa: da fumare, da mangiare, da usare come medicinale e per produrre vestiti e altri oggetti. È ormai un boom quello di una delle piante più utili al mondo, a lungo avversata da leggi e senso comune perché associata al mondo delle droghe, ma oggi finalmente sdoganata anche a livello “di massa”, grazie ad eventi come Canapa Mundi, vera e propria fiera internazionale che si è tenuta lo scorso weekend al PalaCavicchi di Ciampino (Roma). Circa 100 tra aziende, operatori e associazioni da tutto il mondo per la seconda edizione della kermesse (alla prima avevano partecipato oltre 10mila visitatori) e un intero padiglione di 2.500 metri quadri riservato al settore della canapa industriale e artigianale. Una pianta, dicono gli organizzatori, estremamente “versatile”, dalla quale si possono ricavare “materiali resistenti ed ecologici” e che rappresenta una risorsa contro “la crisi ambientale ed economica”, con la possibilità di ricavarne cibo, medicine, tessuti, combustibili, case, cosmetici, carta e tanto altro.

A questo si aggiunge la tradizionale passione dei fumatori, che dopo le sentenze della Corte Costituzionale sulla legge Fini - Giovanardi è resa un po’ più “semplice”: ecco allora le attrezzature e tecnologie più innovative per la coltivazione biologica, convenzionale e idroponica, aziende che selezionano e producono semi, produttori di concimi organici e minerali e gli stand con articoli e accessori per fumatori. Quasi 2000 metri quadri sono stati dedicati alla canapa alimentare, compreso un ristorante e tre banchi di ristorazione e gastronomia: uno 100% vegan, uno 100% gluten free e uno 100% a base canapa, tutti con birra alla spina alla canapa. Infatti, la canapa a tavola viene considerata sinonimo “di buona salute e longevità”, visto che i suoi semi “sono ricchissimi di Omega 3 e Omega 6, indispensabili per il benessere del sistema cardiocircolatorio, ma anche di proteine, vitamine, carboidrati, sali minerali e fibre, caratteristiche, queste, che la rendono uno degli alimenti più nobili e completi al mondo”.

Moltissimi ormai i produttori dediti a questo genere di cibi, dalle produzioni di cioccolato a quelle più generali e alle associazioni come iVegan. L’alimento con la più alta concentrazione di Omega 3 e 6 finora è stato l’olio di pesce, ma questo, oltre a non essere contemplato nell’alimentazione di vegetariani e vegani, viene estratto chimicamente, e soprattutto, quando viene estratto da pesci grossi, contiene sostanze inquinanti come mercurio, idrocarburi o metalli pesanti. Al contrario, l’olio di semi di canapa viene estratto a freddo, semplicemente attraverso la pressione, è privo di inquinanti e ha un odore e sapore gradevoli. Dai semi della canapa è possibile ricavare anche una farina che può essere utilizzata come sostituto della tradizionale farina di frumento di tipo 00, utile soprattutto per chi segue diete particolari. È priva di glutine e, dunque, perfettamente digeribile anche per chi soffre di celiachia, e possiede il 21% di calorie in meno rispetto alla farina 00; di queste, solo il 3,8% è costituito da carboidrati. 

L’utilizzo della farina di semi di canapa, insieme alla soia, è vivamente consigliato nella dieta vegana; a differenza della soia, però, la canapa è un alimento che fa parte del nostro corredo genetico, perciò totalmente assimilabile. 
Tra gli appuntamenti più importanti della tre giorni, quello dedicato all’utilizzo della cannabis per scopi terapeutici, con un forum dedicato alla coltivazione a questi fini in Italia, ancora fortemente limitata nonostante il decreto del 9 novembre 2015: l’utilizzo terapeutico del CBD, fitocannabinoide non psicoattivo presente in alcuni ceppi di cannabis, è stato dimostrato efficace per il trattamento di un gran numero di malattie e sintomi, tra i quali distonia, diabete, malattie infiammatorie, crisi epilettiche, morbo di Alzheimer e malattie della pelle. Molte le esperienze positive raccontate, tra cui quella del fotoreporter brasiliano Paulo Siqueira, con la storia di Charlotte, una bambina affetta da sindrome di Dravet, una grave forma di epilessia. Una rara patologia degenerativa che aveva compromesso gravemente lo sviluppo neuro cognitivo della bambina, arrivata ad avere 300 attacchi epilettici a settimana, quasi due ogni ora. Le terapie tradizionali avevano fallito, e sebbene la bambina fosse molto piccola, i genitori hanno deciso di ricorrere all’uso della cannabis. Fondamentale è stato l’incontro della mamma e del papà di Charlotte con gli Stanley Brothers, importanti coltivatori di cannabis del Colorado, che avevano prodotto una variazione della pianta ricca in CBD (sostanze ad alto valore terapeutico), ma povera di THC (il fitocannabinoide che causa gli effetti psicoattivi della marijuana). Questa particolare combinazione di elementi rendeva il consumo della pianta possibile anche per una bambina piccola. Attraverso l’assunzione regolare di questa sostanza, Charlotte ha visto le crisi epilettiche ridursi a eventi sporadici ed ha ricominciato a camminare da sola e a parlare.


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