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Canone Rai in bolletta: è polemica continua

Le aziende elettriche che dovrebbero riscuotere il tributo lanciano l'allarme: grande ritardo per la scadenza della prima rata a luglio, inviato un documento al Mise che al momento non avrebbe ancora fornito nessuna risposta.

Che la televisione sia fondamentale per la politica e la cultura italiane (e sarde) non è certo un mistero, in un paese in cui un grande editore televisivo è stato anche il politico di maggior successo degli ultimi decenni. Altro segreto di pulcinella è che molti italiani non paghino il canone Rai, nonostante questo per legge (giusta o sbagliata che sia) sarebbe obbligatorio nel momento stesso in cui si possiede una Tv: è quindi comprensibile che la decisione del governo di includere il pagamento della tassa nella bolletta elettrica abbia scatenato molte reazioni tra l’indignato e il populista, alla quale si sono appena aggiunte quelle delle società di gestione dell’energia elettrica, che in teoria dovrebbero riscuotere il famigerato canone.

A intervenire per loro è stato il presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, le cui parole hanno portato “Canone Rai” tra i trend topic di Twitter: Testa ha parlato del rischio che si arrivi impreparati alla scadenza del prossimo luglio” (quando in teoria si dovrebbe pagare la prima tranche del canone). Le imprese devono infatti ancora predisporre “i necessari sistemi informatici per emettere le nuove fatture modificate, bisogna incrociare le banche dati, occorre chiarire una lunga serie di problemi che ancora non sono stati sciolti, dalla questione dei ritardati pagamenti alla morosità, dall'eventualità di un cambio di fornitore ai pagamenti parziali, dai reclami ai contratti non residenti”. Il rappresentante di Assoelettrica ha  aggiunto che è stato predisposto “insieme a Utilitalia, un documento circostanziato che elenca tutti i problemi aperti, ma il ministero per lo Sviluppo economico ancora non ci ha dato risposta. E il tempo ormai stringe".

Tantissime e variegate le reazioni sui social: si va da chi minaccia che visto che ora in italia “c'è netflix” sta seriamente pensando “di far rimuovere il ricevitore dtv e fare la disdetta del canone rai”, a chi invece precisa che i suoi genitori hanno sempre pagato e “quest'anno va anche meglio perché l'importo è inferiore”, chiedendosi quale sia il problema di chi protesta, a chi si chiede perché sia difficile fare come già succede per Sky e Mediaset Premium,  ovvero dotare di “scheda e decoder chi paga”. Di sicuro c’è che in Sardegna gli utenti pagherebbero più volentieri se venissero previsti programmi in limba per la minoranza linguistica sarda, cosa che invece sembra diventerà sempre più difficile e raro nei prossimi anni.

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