Logo

L’Italia è disunita anche su rifiuti e differenziata

Molte differenze territoriali e contraddizioni nel rapporto ISPRA, torna a crescere la produzione, migliora la differenziata ma solo nel 2014 si sono raggiunti gli obiettivi previsti per il 2008.

Da La Stampa

Questo articolo racconta i grandi progressi della Sardegna riguardo il settore dei rifiuti nell'ambito generale italiano: "la Sardegna, giunta nel 2014 al 53%, otto punti sopra la media nazionale e all’ottavo posto assoluto come regione, di gran lunga la migliore del Centro-Sud. Il suo capoluogo, Cagliari, è arrivato nel 2014 al 30,75% di differenziata, ma anche in questo caso c’è stato un calo negli ultimi due anni, rispetto al 33,46 % del 2012 e al 32,28 % del 2013: colpa del turismo che aumenta? Di fatto, l’altra provincia con difficoltà nell’isola è Olbia-Tempio, che si ferma al 40,27%, ed è quella che deve sopportare il maggiore afflusso estivo".  

Di Filippo Pala

I rifiuti e la loro gestione sono uno dei problemi maggiori, dal punto di vista ambientale, dell’epoca contemporanea: negli ultimi anni il calo della produzione, secondo gli analisti determinato soprattutto dalla crisi economica, unito all’aumento della raccolta differenziata e delle alternative alla discarica, ha portato a un lieve miglioramento della situazione. Nel 2014, però, in Italia si è avuto un aumento generale della produzione di rifiuti, secondo il Rapporto rifiuti dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) dello 0.3%, che da un lato viene considerato positivo, visto che sarebbe un indicatore di ripresa economica, ma dall’altro rende necessariamente più complicato lo smaltimento. Per quanto riguarda la raccolta differenziata, a livello nazionale si è arrivati al 45,2% (pari a 13,4 milioni di tonnellate), in aumento del 3% rispetto al 2013, un obiettivo positivo che però è stato raggiunto con ben sei anni di ritardo (era previsto per il 2008). Il Nord resta la parte del paese più “riciclona”, ed è migliorato ancora del 5,3%, ma il divario con Centro e Sud si è ridotto e in particolare il primo ha avuto in un anno un balzo dell’11,3% di differenziata in più (+283 mila tonnellate), mentre nel meridione la crescita è stata del 7,5% (+203 mila tonnellate).  

I livelli più elevati di raccolta differenziata sono nelle provincie di Treviso, che nel 2014 ha superato l’80% (81,9%), e Pordenone, con il 76,8%. Al di sopra del 70% si sono collocate anche Mantova (dal 69,7% del 2013 al 76,5% del 2014), Belluno (72,8%) e Trento (71,3%). I più bassi livelli di raccolta differenziata, inferiori al 10%, si sono osservati per le province siciliane di Enna (6,1%), Palermo e Siracusa (entrambe al 7,8%) e Messina (8,4%). Sicilia a parte, che è la conferma di un disastro nella differenziata, come tendenza generale vanno meglio i piccoli centri e meno bene grandi città e aree che attraggono turismo. 

Roma, ad esempio, è una della città (vista anche la chiusura di Malagrotta) che ancora oggi ha più problemi coi rifiuti: eppure la capitale è passata in due anni, tra 2012 e 2014, dal 24,56 % di differenziata al 35,18 %, che è pari a 605mila 110 tonnellate su un totale di 1 milione 719mila 848, essendo di gran lunga la metropoli italiana che produce più rifiuti. Per fare un esempio, la “capitale morale” Milano, ha una produzione totale appena al di sopra della differenziata di Roma, con 666mila tonnellate, ma la sua percentuale di recupero è arrivata nel 2014 al 49,92%, rispetto al 36% del 2012 e al 42,5% del 2013: se si guarda ad un’altra grande città del Nord, Torino, si vede che nel 2014 la percentuale di differenziata è addirittura scesa rispetto all’anno precedente, dal 43,83 % al 41,56 %, a fronte di una produzione di 440mila tonnellate, peraltro in lieve calo rispetto agli anni precedenti.  

Tornando a Sud, continua il miglioramento di tutta la Campania (a livello regionale la differenziata è al 47,58%) e di Napoli, al centro di diverse “emergenze” negli anni scorsi: il capoluogo, pur essendo migliorato di due punti percentuali rispetto al 2013, col 22,02 % è ancora lontano da una percentuale accettabile e i suoi abitanti differenziano appena 112 chilogrammi di “monnezza” pro capite, quantità molto inferiore a quella delle altre grandi città (a Roma sono 181 a Milano 208). Detto della situazione della Sicilia, che a livello regionale non supera il 12,46% di differenziata, c’è da dire che ha fatto molto meglio l’altra isola maggiore, la Sardegna, giunta nel 2014 al 53%, otto punti sopra la media nazionale e all’ottavo posto assoluto come regione, di gran lunga la migliore del Centro-Sud. Il suo capoluogo, Cagliari, è arrivato nel 2014 al 30,75% di differenziata, ma anche in questo caso c’è stato un calo negli ultimi due anni, rispetto al 33,46 % del 2012 e al 32,28 % del 2013: colpa del turismo che aumenta? Di fatto, l’altra provincia con difficoltà nell’isola è Olbia-Tempio, che si ferma al 40,27%, ed è quella che deve sopportare il maggiore afflusso estivo.  

Una realtà quindi con molte differenze territoriali, dove non sempre è vero ciò che sembra più scontato (ad esempio che il Nord è sempre meglio del Sud) e in cui vere eccellenze si affiancano sullo stesso territorio a realtà che ancora sono all’anno zero (o quasi) nella creazione di un ciclo virtuoso per la gestione dei rifiuti. 

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.