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Pasolini: 40 anni di un mistero all’italiana

A 40 anni dall'assassinio dell'artista, la famiglia chiede l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta, mentre tutta Italia commemora il "profeta" PPP.

Un artista, un grande intellettuale, poeta, regista cinematografico, polemista: uno dei più grandi del secolo scorso in Italia, probabilmente. Un uomo che oggi celebrano tutti, a 40 anni da una morte violenta su cui ancora probabilmente va fatta chiarezza, ma che quando era in vita ben pochi apprezzavano davvero, mentre tanti lo odiavano in modo viscerale. È Pier Paolo Pasolini, di cui proprio oggi ricorre il quarantennale dell’omicidio all’Idroscalo di Ostia, ucciso secondo la versione ufficiale (anche dei tribunali) dal “ragazzo di vita” Pino Pelosi, secondo il più classico dei luoghi comuni. Oggi che le citazioni di PPP abbondano sui social, in Tv e sulle pagine dei giornali, con una modalità fuori contesto che forse a un provocatore come lui non sarebbe piaciuta, ma dimostrando senza alcun dubbio la sua rilevanza culturale che persiste nel ricordo, è il momento di tornare a sollevare dubbi su quanto accaduto 40 anni fa.

Lo fa la famiglia del poeta friulano, da sempre alla ricerca della verità, che chiede anche oggi una Commissione d’inchiesta parlamentare sul suo caso. Lo fa tramite l’avvocato Stefano Maccioni, legale del cugino di Pasolini, Guido Mazzon, secondo cui "solo un organismo bicamerale sarà in grado di dire, con i poteri investigativi assegnati dalla Costituzione, quale sia stato il movente, se si sia trattato di un delitto politico o solo a sfondo sessuale e se elementi della malavita romana, a cominciare da pezzi della Banda della Magliana, abbiano avuto o no un ruolo nella vicenda". Lo scorso maggio il Gip ha archiviato l'ennesima inchiesta, accogliendo l'impostazione della Procura secondo cui non è stato possibile dare un nome a quei tre profili genetici saltati fuori dall'esame scientifico effettuato su una serie di reperti. 

"Scoprire che sulla scena del crimine erano presenti altre persone, oltre a Pelosi - dice l'avvocato Maccioni - non è un elemento di poco conto. Significa che Pasolini non è stato ucciso da un ragazzino di borgata, ma da più persone. E' stato un agguato, un’esecuzione.  Ecco perché riteniamo non sia possibile accettare che il procedimento penale sia finito in archivio con un nulla di fatto". La speranza del legale della famiglia Pasolini sta proprio nella proposta di legge 3150, che una settantina di Deputati di ogni schieramento politico e 'in primis' Serena Pellegrino, di Sel, hanno avanzato dalla scorsa primavera, per sollecitare entro il 2015 l'istituzione di una Commissione parlamentare. "L'hanno istituita per il caso Moro - sottolinea Maccioni - non vedo perché non possa essere fatta anche per Pasolini. Migliaia di cittadini stanno firmando una petizione su Change.org, con cui cerchiamo di sensibilizzare sul punto i presidenti di Camera e Senato e il Parlamento tutto. Una Commissione bicamerale ha gli strumenti per poter arrivare alla verità. Vogliamo sapere da chi, come e perché è stato ucciso Pasolini". 

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