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Boom dei social anonimi: ecco Whisper

Whisper social networkAbbiamo visto quali sono i segreti “inconfessabili” che le persone raccontano sul dark social più utilizzato, che ha ormai 10 milioni di utenti.

Il mondo del social è basato su un concetto semplice: far sapere al mondo quello che pensi e fai, ma soprattutto fargli sapere che è tuo. Che si tratti di pensieri, fotografie, video, link, tutto ciò che si condivide su Facebook, Twitter, Youtube o Instagram è personale, firmato, addirittura in qualche modo rivendicato come parte della costruzione di una propria identità online. La logica conseguenza è che, a meno che non si usino identità fake, si scrive ciò che viene orgogliosamente rivendicato, e che almeno nelle intenzioni è la “parte migliore di noi”. Il concetto è però stravolto da un social che, specie negli USA, sta ottenendo un successo travolgente: parliamo di Whisper, strumento basato sul concetto di totale anonimato, in cui ciascuno può scrivere pensieri, raccontare brevi storie o esprimere opinioni senza che venga svelata la sua identità. Il “sussurro”, porta quindi a rivelare la parte più imbarazzante dei propri pensieri o azioni, senza bisogno di edulcorare o nascondere, ma togliendosi spesso il tradizionale “peso dallo stomaco”. 

C’è chi punta sulla sua personalità, confessando che la timidezza gli ha sempre impedito di chiedere a qualsiasi ragazza di uscire, a causa delle situazioni che immaginava nella sua testa, o ammette che da piccolo ha sempre sperato di rompersi un braccio per attirare attenzione e simpatia. C’è chi esprime orgoglio per la sua bisessualità, inventando il giorno della consapevolezza bisex e ricordando che i Bi sono persone amate e non puttane, froci o gente che attraversa “una fase”, mentre un omosessuale ribatte che tutti gli uomini che si dichiarano bisessuali finiscono per rivelarsi “molto gay”.
Passando a questioni più esplicitamente sessuali, una ragazza confessa di aver “rinunciato a vivere” quando ha visto che il ragazzo per cui aveva una cotta l’aveva salvata sul cellulare come “cibo gratis”, e un’altra ammette che mentre fa “sexting” col suo ragazzo le piace rovinare l’atmosfera scrivendo qualcosa di antisesso tipo “devo cagare”.  Un’altra donna rivela che si rasa le parti intime solo quando sa che qualcuno le vedrà, mentre c’è chi confessa di non riuscire ad avere storie di una notte, perché ogni volta che ha provato sono diventate relazioni.  Si passa alle storie, quindi, con donne che stanno col marito “per due ragioni: perché mio figlio abbia un padre e perché ho paura di stare sola”, e chi racconta il dramma di avere un compagno che tra due settimane finirà in prigione, ha due bimbi piccoli ed è “assolutamente terrorizzata”. Una madre single di 23 anni dice di non aver mai voluto questo in vita sua, ma ora che c’è si prepara a prendere un respiro profondo e ricominciare. Un aborto di un anno fa è invece la storia di una ragazza rimasta incinta di un ex con cui era stata solo “per divertirsi un po’ durante le vacanze”, che aggiunge di “non averlo mai detto a nessuno”.  Un’altra è rimasta incinta del ragazzo con cui ha avuto una storia estiva, ma lui vive dall’altra parte del paese e ora non sa come dirglielo. Una mamma rimpiange i tempi in cui poteva sedersi sul water senza avere un neonato sulle ginocchia e un’altra spiega che il suo ex è in prigione per violenza domestica ma potrebbe uscire entro la fine delle prossima settimana, e si chiede “poi cosa succederà”?

Su Whisper si leggono riflessioni sul passato come “direi a un me stesso più giovane di osare di più e prendersi più rischi. Non dare retta alla paura” o quelle di chi “osa” mettersi il bikini in casa e girare solo con quello addosso per aumentare un po’ la propria autostima, rivelando che funziona; altre donne invece riescono a togliersi il reggiseno in pubblico senza che nessuno se ne accorga. Arruolarsi nell’esercito, poi, può essere un modo per trovare “una direzione alla propria vita” e non necessariamente patriottismo, mentre una bionda con gli occhi verdi che parla mandarino dice che i cinesi non penserebbero mai che lei li comprenda fino a che non risponde, ma su Whisper  c’è anche chi si dice “così fatto” da essersi perso mentre guidava dentro un parcheggio.  Umanità varia, quindi, che racconta storie quasi sempre inconfessabili, ma che sta creando uno dei fenomeni di maggior successo del web degli ultimi tempi, visto che c’è stato un vero boom di questa e altre app simili (come Secret): Whisper oggi ha oltre 10 milioni di utenti, 10 miliardi di visualizzazioni di pagina al mese e un milione di utenti che la usano ogni minuto. Grandi multinazionali come Coca-Cola, Hulu e 20th Century Fox sgomitano per piazzarci le loro pubblicità, e la “campagna acquisti” dell’amministratore delegato, Michael Heyward, ha portato all’ingaggio dei “veterani” del web Mark Troughton e Shelby Huston Haro.  Proprio Heyward prova a spiegare il successo della sua creatura paragonandola addirittura alla confessione cattolica, quando dice che l’anonimato è “uno dei principali bisogni dell’uomo”. Ognuno di noi, infatti, sa che può sempre “andare alla Cappella Sistina, che ha dei piccoli confessionali dove ci si può confessare coi preti” e rivelare così tutti i suoi segreti più intimi. Un’idea diffusa da molti secoli, e che precede “di molto la nascita di internet”, conclude il CEO del più importante “dark social” del mondo.

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