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Virus e ricatto: la truffa arriva in Sardegna

Virus CryptolockerTruffati con Cryptolocker anche una trentina di utenti sardi, l'inchiesta in corso a Trento ha portato alla denuncia di sette persone che riuscivano a farsi pagare migliaia di euro per "liberare" i computer sequestrati.

Ci sono una trentina di utenti sardi fra le vittime di un'organizzazione di hacker che paralizzavano i computer delle loro vittime col virus "Cryptolocker" spedito via email e riuscivano poi a farsi pagare fino a qualche migliaia di euro per sbloccare i dati. Sono sette i presunti cybercriminali denunciati dalla polizia postale, tutti giovani disoccupati residenti tra Padova, Bergamo e Brescia, tranne un quarantenne che ha un'attività informatica. L'accusa e' di associazione per delinquere finalizzata all'accesso abusivo informatico, estorsione on-line e riciclaggio degli illeciti proventi. Stando quanto illustrato dalla polizia postale stamane a Cagliari nel corso di una conferenza stampa, i sette sarebbero riusciti a farsi pagare da circa 1.500 persone in tutta Italia guadagnando oltre 277mila euro in meno di un anno.

Lo stratagemma era questo: alle vittime veniva spedita un'e-mail trappola, con in allegato una bolletta o fattura da pagare. Solo dopo aver cercato di scaricare l'allegato, l'utente si trovava di fronte una finestra video con la quale era informato che i suoi dati erano bloccati. Il 'riscatto' doveva essere versato in bitcoin – la più famosa tra le monete virtuali - e solo dopo il pagamento la vittima riceveva un programma per sbloccare il computer. "Solo in pochi denunciano", ha sottolineato la dirigente della polizia postale della Sardegna Anna Maria Mazziotto, invitando tutte le vittime a rivolgersi alla questura di Cagliari. Sul fronte della prevenzione "è bene un po' di diffidenza anche quando si naviga in rete e fare spesso dei backup per protegge i propri dati". Inoltre, se si dovesse incorrere in un virus come questo, dopo aver denunciato, “invece di pagare ci si può rivolgere a un tecnico di fiducia", ha evidenziato l'ispettore della Polpost Roberto Manca. L'indagine, coordinata dalla procura di Trento, è ancora in corso e non e' escluso possa condurre a nuovi sviluppi.

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