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Campi nomadi: raderli al suolo o superarli?

  • Scritto da Effe_Pi

Boldrini RomDopo l'attacco di ieri di Salvini escono i dati sugli "zingari" in Italia: 40mila vivono ancora nei campi, oltre il 50% sono di nazionalità italiana e in tutto sono lo 0.25% dei residenti.

Il dibattito sui nomadi in Italia: radere al suolo i campi Rom o no? sembra questo il livello, dopo l’ultima uscita del leader leghista Matteo Salvini, che ieri in un’intervista ha parlato esplicitamente di “radere al suolo” i luoghi dove abitano ancora oggi, statistiche alla mano, 40mila zingari, la maggior parte dei quali di nazionalità italiana. A Salvini hanno risposto in molti, tra cui la presidente della Camera, Laura Boldrini, e il Movimento 5 Stelle, ma oggi l’Associazione 21 luglio ha anche presentato i dati sulla situazione dei nomadi in Italia, con qualche sorpresa. I Rom e Sinti presenti nel paese sono infatti ad oggi 180mila, appena lo 0,25% della popolazione residente, 40mila dei quali (lo 0,06 della popolazione italiana) vivono in condizioni di disagio abitativo, nei cosiddetti “campi” e in passato sono stati "identificati come una ‘emergenza nazionale’".

Il rapporto però dice anche che la Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti (Snir), varata nel 2014 per superare l’approccio basato sull’emergenza, "non ha però significato un sostanziale mutamento delle condizioni di vita delle comunità rom e sinti”. In Europa i rom e sinti sono stimati in circa 12 milioni: di questi, 6 milioni vivono nei paesi dell'Ue. L'Italia, osserva il Rapporto, ha una delle percentuali più basse. Sono presenti soprattutto nel Lazio, in Lombardia, Calabria e Campania. "Numeri relativamente consistenti" si registrano anche in Piemonte, Abruzzo e Veneto. Un quarto dei rom che risiedono nei "campi" vive nel Lazio, mentre si arriva al 51% se si prendono in considerazione anche Lombardia e Piemonte. "Nel 2014 - osserva il presidente dell'Associazione 21 luglio, Carlo Stasolla - l'approccio emergenziale, che nei propositi doveva essere definitivamente abbandonato, ha rappresentato il leitmotiv di ogni azione pubblica e si e andato declinando in numerose operazioni di sgombero forzato (più di 230 nelle città di Roma e Milano) e nell'ideazione e progettazione di nuovi "campi nomadi" (due nella sola città di Roma)”.

In generale, solo il 3% dei rom e sinti e?effettivamente nomade e il 50% ha cittadinanza italiana. Il 60% ha meno di 18 anni e, a causa del mancato riconoscimento dello status giuridico, 15 mila minori sono apolidi o a rischio apolidia. La presenza dei rom "viene ancora percepita come fastidiosa, molestatrice e attentatrice alla pubblica sicurezza": “secondo il PeW Research, che ha indagato l'entità dei sentimenti antizigani in Italia, Regno Unito, Germania, Spagna, Francia, Grecia e Polonia, il nostro Paese conquista addirittura il primato: l'85% degli interpellati ha espresso un’opinione indistintamente negativa sui rom". E l'87% dei discorsi di odio contro di loro, tra i 443 episodi registrati nel nostro paese nel 2014 dall'Osservatorio 21 luglio, è riconducibile a esponenti politici. Discorsi simili a quelli dei leghisti, cui la Boldrini ha risposto che "bisogna superare la problematica abitativa dei campi rom degradati”, che non fa onore al nostro Paese, mentre i Cinque Stelle, con il capogruppo al Senato Andrea Cioffi, danno del “bugiardo” a Salvini, visto che saprebbe “benissimo che nel 2009 è stata proprio la Lega a finanziare i campi nomadi, per mano dell'allora Ministro degli Interni Roberto Maroni”, con 60 milioni per le situazioni emergenziali cui si sono aggiunti 12 milioni del comune di Roma allora guidato dalla destra, che secondo i pentastellati avrebbero alimentato il sistema di Mafia Capitale.