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Marijuana: una proposta per legalizzare i social club

Marijuana legalePresentata oggi in Parlamento da Sel, consentirebbe la coltivazione individuale e collettiva come in altri paesi europei e porterebbe allo stato 10 miliardi di euro l'anno.

Una legge per legalizzare anche in Italia la marijuana e i suoi derivati, come succede già in molti altri paesi del mondo. L’ha presentata oggi alla Camera dei deputati Sel (Sinistra ecologia libertà), concentrandosi in particolare sui vantaggi economici per lo stato e sulla libertà di coltivazione individuale, ma soprattutto sulla possibilità di costituire social club sul modello di tanti paesi europei, dalla Spagna alla Repubblica Ceca. A parlare della proposta sono stati il capogruppo Arturo Scotto e i deputati Giovanni Paglia e Daniele Farina, con quest’ultimo in particolare a sottolineare che sarà rivolta “a tutti i deputati” e che interverrà “sul codice penale, ma anche sulla regolamentazione del mercato”. Il ddl, in particolare, renderà “lecite condotte oggi vietate”, sul fronte della coltivazione individuale e associativa, quella appunto dei cannabis social club.

I parlamentari di sinistra pongono l’accento anche sugli incassi che deriverebbero dalle legalizzazione, parlando di “20 miliardi di euro sottratti alle mafie e di quasi 10 di maggiori incassi fiscali” ogni anno, fondi che ad esempio potrebbero finanziare “interamente” una legge sul reddito minimo garantito, di cui in tempi di crisi parlano in molti, senza sapere però dove trovare le risorse. Qui, Sel sembra chiamare a raccolta tutti coloro che in parlamento vorrebbero una legge a sostegno di chi perde il lavoro o non riesce a trovarlo, in primis il Movimento 5 Stelle ma anche pezzi consistenti dello stesso Partito democratico. Finora invece, prosegue ancora Farina, l’assenza di norme di questo tipo ha consentito “di appaltare a organizzazioni criminali un mercato su cui sono stati fondati imperi. Perciò, crediamo che questa sia la più grande operazione antimafia possibile: si interviene a monte, sull’origine delle ricchezze, tagliando le vie di rifornimento”.

Gli esempi in giro per il mondo non mancano: in quasi tutta l’Europa, dal Portogallo ai paesi del Nord, sono ormai diffuse forme di liberalizzazione più o meno spinta, mentre la situazione è ancora più avanzata, ad esempio, nel continente americano. Ormai da tempo la cannabis è completamente legale (con monopolio di stato) in Uruguay, mentre anche negli USA sono diversi gli stati (ormai celebre l’esempio del Colorado) che hanno deciso di legalizzare l’erba e i suoi derivati, creando un nuovo business che sta portando un boom nelle loro economie. Bisogna fare lo stesso in Italia e in Sardegna, che si presta particolarmente bene a questo tipo di coltivazioni, conclude Sel, anche se bisognerà che la politica accetti “il drammatico fallimento delle politiche proibizioniste” che sta portando nel mondo “ad una profonda revisione della normativa sulle droghe, partendo dalla constatazione che le politiche di 'guerra alla droga' non hanno funzionato”. In Italia, invece, leggi “proibizioniste e posizioni conservatrici hanno impedito in questi anni una seria discussione sulla legalizzazione delle droghe leggere”.

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