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Open Data day oggi in tutta Italia e nel mondo

International Open Data daySono oltre 135 le città del mondo dove si parla di dati aperti e trasparenza, e 12 in Italia tra cui Cagliari: il tema dell'Open Data è sempre più legato all'aumento di democrazia per i cittadini.

Si celebra oggi in tutto il mondo l’International Open Data day, la quinta edizione di una giornata dedicata ai “dati aperti”, di cui oggi si fa un gran parlare anche in Italia, con molte amministrazioni che cercano di mettersi al passo con norme sempre più stringenti in materia di trasparenza e accessibilità dei propri archivi. Di recente, anche la Sardegna ha lanciato una beta del suo portale sugli Open Data, e anche se resta molto da fare (spesso i dati non sono in formati “accessibili” e Open Source, come ci si aspetterebbe), la giornata di oggi, con Cagliari tra le oltre 135 città che si è organizzata per discuterne, potrebbe rappresentare un altro punto di svolta per questa importante operazione pubblica.  Gli Open Data favoriscono la partecipazione alla vita pubblica, la verifica dell'operato di chi governa, un tesoro per le start up, e un’occasione per i giornalisti di raccontare nuove storie. 

Il Cagliari Open Data Day, il terzo nell’isola, è in programma oggi fino alle 13,30 alla MEM - Mediateca del Mediterraneo, in via Mameli 164. L'evento è organizzato dal Circolo dei Giuristi Telematici con la collaborazione di Sardinia Open Data. Il capoluogo sardo torna così protagonista in tema di riuso e trasparenza, proponendosi come una delle località che mettono insieme persone e idee per la promozione della cultura dei dati aperti (Open data appunto), cioè liberamente accessibili a tutti, senza restrizioni di copyright o altre forme di controllo che ne limitino la riproduzione - a beneficio di cittadini, pubbliche amministrazioni e imprese. L'edizione 2015 guarda a quanto è stato fatto ma soprattutto al futuro. “Il domani per i dati aperti richiede maggiore rigore dalle pubbliche amministrazioni ma anche dalla cittadinanza in tema di valore condiviso e di tutela della privacy - dice Giovanni Battista Gallus, presidente del Circolo dei Giuristi Telematici – L'azione civica svolta in questi anni deve portare nuova concretezza nelle scelte del pubblico e fornire gli strumenti per rendere più facile l'analisi e metterla alla portata di tutti e non solo dei cosiddetti nativi digitali. Avere la presenza del Comune di Cagliari, della Regione e del Centro Nexa tra gli ospiti della terza edizione getta le basi per un confronto a più livelli”.

A livello italiano, sono 12 le città che hanno aderito, tra cui metropoli come Roma e Torino ma anche centri più piccoli come Montesilvano e Trento, in quella che viene definita dagli organizzatori “una fase diversa da quella che ha visto l’organizzazione delle prime edizioni”. Se allora infatti si trattava di lanciare “un modo nuovo di intendere il rapporto tra informazione, digitale e diritti, oggi i dati aperti non sono più solo una buzz word: fanno parte del vocabolario comune, entrano nei testi dei bandi pubblici e nella mission delle imprese, danno qualità ai curriculum dei giovani”. Questo porta all’emergere di problemi, dalle difficoltà legate all’adozione di standard unici, alla definizione di protocolli di qualità da rispettare; e insieme, si comincia a fare una valutazione concreta sui vantaggi reali – anche economici – che dai dati aperti sono venuti finora a cittadini, associazioni, imprese e amministrazioni. Nella speranza che i dati siano sempre più trasparenti e usabili da tutti per informarsi ed informare, anche da parte di tante pubbliche amministrazioni ancora restie a fornire quello che ormai è uno strumento fondamentale di democrazia in gran parte del mondo.

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