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Aerei italiani per i bombardamenti di Israele

Gaza bombardamentoUn'interrogazione di Sel chiede conto al governo della vendita di aerei da guerra prodotti in Italia da Alenia al governo di Israele e chiede uno stop.

A Gaza quasi 200 morti, mentre i media italiani (e non) minimizzano e il governo Renzi tace, con il sospetto che dietro il silenzio ci siano interessi legati alla vendita di armi ad Israele. Un’ipotesi contenuta nell’interrogazione parlamentare con la quale un gruppo di deputati di Sel (Sinistra ecologia libertà), chiedono all’esecutivo di porre fine alla vendita di armi in Medio Oriente. Il movimento di sinistra chiede all’Italia di promuovere questa iniziativa in Europa, e i firmatari di questa interrogazione (il sardo Piras insieme a Scotto, Fratoianni, Duranti, Palazzotto e Marcon) chiedono conto al governo della “vendita degli aerei M346 sviluppati da Alenia Aermacchi (gruppo Finmeccanica) a Israele”.

Nel dettaglio, gli interroganti sottolineano “che sono stati consegnati alla base israeliana di Hatzerim i primi due velivoli da addestramento avanzato M-346, nell’ambito di un progetto che porterà alla consegna di un totale di 30 velivoli”. M-346 è un nuovo velivolo addestratore “e il suo principale scopo è di favorire addestramento e transizione a caccia di nuova generazione, ma può anche essere armato e utilizzato per bombardamenti” scrivono i deputati di Sel, spiegando che “grazie alla loro maneggevolezza, potrebbero essere utilizzati in aree urbane e di conflitti a basso dispiegamento di forze armate e di contraerea”. Proprio azioni come quelle che lo stato ebraico sta compiendo in questi giorni nei territori palestinesi.

Considerato poi che “l’Italia è il maggiore esportatore tra i Paesi dell’Unione Europea di sistemi militari e di armi leggere verso Israele” e che le nostre norme vietano l’esportazione di armi verso Paesi in conflitto armato, i parlamentari di sinistra chiedono “se il Ministro degli Affari esteri non intenda intervenire per vietare le ulteriori forniture degli M-346 al governo di Israele; se il Ministro in indirizzo non intenda farsi promotore di una azione a livello dell’Unione Europea per un embargo europeo di armi e sistemi militari verso tutte la parti in conflitto, per la protezione dei civili inermi e per far riprendere il dialogo tra tutte le parti”.

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