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Jesù Cristu 'Etzu di Paolo Lubinu

La storia è scandita da un ritmo vertiginoso e da una varietà stilistica che spazia dal lirismo poetico al linguaggio giovanile, allo slang del periodo, alla lingua sarda logudorese.

Incipit

A due passi dall'ingresso si erano appostati i borghesini, anche quel giorno, a contare o a lasciarsi contare dalle macchine; qualcuno glielo diceva apertamente, magari affaciandosi da questo o quel bar della zaona, giusto per far scivolare un pò di veleno fino a quella panchina o per farsi notare dalle ragazze che stavano li, o tutte e due le cose. Comunque, davanti a certe insinuazioni i borghesini rispondevano a tono, con un ritornello micidiale che le stroncava tutte:

"Noi al contagiro e voi al giro
casa - scuola - bar - casa
poi
casa - bar - scuola - bar
e ancora
casa - bar - casa".

Il bello è che a quei tempi, giro bar o no, bastava davvero poco per passare da questa a quell'altra parte, giù ai giardini: un passo in più qua, uno in meno là, che almeno una volta finivi seduto su quella panchina a bere birra speciale con Attilio.


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É l'inizio dell'estate quando Jesù Cristu 'Etzu appare improvvisamente in paese, dicono che sia sceso dalle cime di Monte Fenosu, ma nessuno sa chi sia, né da dove venga: il vecchio parla solamente in versi come un bizzarro santo barbone. I ragazzi protagonisti, dopo una forte presa di coscienza - grazie anche a Jesù Cristu ‘Etzu - scopriranno la ricchezza della ribellione e della lotta, ma anche il valore dell'amicizia, e come in un palcoscenico teatrale il “non luogo” dei giardini pubblici diventerà luogo di condivisione e di confronto.

La storia è scandita da un ritmo vertiginoso e da una varietà stilistica che spazia dal lirismo poetico al linguaggio giovanile, allo slang del periodo, alla lingua sarda logudorese, senza mai tradire la genuinità del contesto e dei personaggi.

Riguardo all’utilizzo del sardo si va oltre ogni freddo e autoreferenziale nazionalismo; nel romanzo la piena affermazione delsé emerge casomai dal conflitto con l’istituzione e dalle contraddizioni culturali e storiche esplose silenziosamente negli anni '90.

Paolo Lubinu, classe ’76, è attivo da molti anni negli ambienti culturali alternativi del nord Sardegna. Art director, musicista e scrittore freelance, ha fondato nel 2010 la rivista indipendente Underground X, dove ha pubblicato alcuni suoi racconti. Nell’aprile 2014 pubblica il suo primo libro illustrato da uno staff di artisti del collettivo Progetto Mayhem: Racconti Urbani. Nell’estate dello stesso anno l’autore, insieme allo staff Underground X e al collettivo Progetto Mayhem, produce e promuove uno spettacolo teatrale tratto da Racconti Urbani, Il Gabbiano. Jesù Cristu ‘Etzu è il suo romanzo d’esordio.

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