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Nelle terre estreme di Jon Krakauer

Recensione del libro dell'autore americano, che racconta l'ostinata ricerca di libertà di un giovane che rifiuta i valori della civiltà occidentale, pubblicato in Italia da Corbaccio nel 2015.

Di Giovanni Graziano Manca

Qualche giorno dopo aver conseguito la laurea in Storia e Antropologia presso l’Università Emory, Atlanta, un giovane americano di famiglia borghese parte da solo per un lungo viaggio. Prima di allontanarsi, ha donato in beneficenza ventiquattromila dollari di risparmi propri. Per oltre due anni la famiglia non avrà più notizie di lui, fino a quando il suo corpo viene ritrovato privo di vita sullo Stampede Trail, tra le montagne dell’Alaska, all’interno di un vecchio autobus.

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Il libro di Jon Krakauer  (da cui è stato tratto il celebre film Into the Wild con Sean Penn) descrive Christopher Johnson McCandless come un ragazzo brillante e colto, pieno di vita, amante della natura e dell’avventura, affettuoso e particolarmente propenso ai rapporti umani. D’altra parte, come si apprende dalla lettura del libro di Krakauer, giornalista e alpinista americano, il protagonista, oltre ad essere profondamente anticonformista, pare particolarmente refrattario all’autorità dei genitori. Probabilmente, risente di alcuni problemi non risolti legati alla relazione che il padre intrattiene per anni con la ex moglie, anche dopo avere sposato Billie, madre di Chris. Chris, inoltre, appare ostinatamente avverso alle vane e fini a se stesse accumulazioni di ricchezza, a quello che potremmo definire lo stile di vita occidentale che egli è costretto a vivere negli Stati Uniti. Farebbe volentieri a meno di tanti dei vantaggi offerti dal progresso e di tutto ciò che si oppone all’animo avventuroso dell’uomo. Partendo da Atlanta quindi, nell’estate del 1990 McCandless intraprende un viaggio il cui traguardo finale sono le montagne e la natura incontaminata dell’Alaska. Si sposta inizialmente verso la costa Ovest degli Stati Uniti. Nel deserto del Mojave (California) perde l’auto, una Datsun di colore giallo, a seguito di una inondazione. Dopo aver bruciato il denaro che aveva con sé, nell’intento di far perdere le proprie tracce nasconde le targhe dell’automobile. Adotta lo pseudonimo di Alexander Supertramp.

Discende il fiume Colorado con una canoa acquistata per pochi spiccioli e varca inavvertitamente il confine con il Messico. Inizia qui la risalita della costa e il suo spostamento verso l’Alaska. Strada facendo, stringe amicizia con diverse persone (Wayne Westerberg, Jan Burres e Ronald Franz, tra gli altri) che a vario titolo si prenderanno cura di lui e gli resteranno legate da grande e reciproco affetto. Nel Denali National Park, in Alaska, trascorre gli ultimi quattro mesi della sua vita all’interno di un vecchio autobus. Intorno alla morte di McCandless sono state avanzate diverse ipotesi: si parla, da un lato, di morte per fame o per freddo, dall’altro dell’ingestione di neurotossine presenti in certi semi di cui Chris si nutriva. 


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‘I have had a happy life and thank the Lord. Goodbye and may God bless all! (Christopher Johnson McCandless),ha lasciato scritto Chris sul suo diario. A metà strada tra il saggio biografico e quello d’avventura, tra il romanzo di formazione e il reportage giornalistico, Nelle terre estreme si presenta ben scritto e denso del fascino e della suspense che possono trasformare un libro qualsiasi in un grande successo editoriale. Scorrevole quanto basta per consentirne anche una lettura piacevole, il libro di Jon Krakauer si presenta ben informato su tutti i particolari della storia narrata. Tale circostanza offre al lettore l’opportunità di farsi una propria idea e avanzare ipotesi personali sul personaggio di Chris e le cause della sua morte. Certamente, poi, risultano messi nella giusta evidenza dall’autore, oltre ai fondamenti della personale filosofia del protagonista e ai suoi punti di riferimento letterari (che comprendono tra gli altri autori come Jack London, Lev Tolstoj e Henry David Thoreau), il grande amore che McCandless nutre per la vita e il suo impegno in una ricerca interiore costante e mai trascurata. Una storia riaffiorata dalle nebbie del sublime, dolorosamente tragica, difficile da credere. Una storia, tuttavia, cui non mancano momenti di grande impatto emotivo e di rimpianto per una giovane vita persa, una storia che può indurre il lettore alle più profonde riflessioni sul senso della vita e sul destino dell’uomo.

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