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Il progetto Maristanis tutela le zone umide del Sinis

Coinvolti dodici comuni e sei aree inserite nella convenzione Ramsar nell’oristanese, verso una gestione ambientale che sia di esempio nel Mediterraneo.

Dodici comuni e sei siti umidi di importanza internazionale riconosciuti dalla convenzione Ramsar insieme per salvare questi particolari ambiente dell’oristanese in generale e del Sinis. Le zone umide e il sistema del bacino idrografico di Oristano compongono un sistema ecologico unico, ricco di biodiversità, che va tutelato, conservato e valorizzato. A questo punta il progetto Maristanis, che ha come obiettivo quello di sviluppare una modalità di gestione integrata delle zone umide del Golfo di Oristano e del Sinis quale modello per le altre regioni costiere del Mediterraneo.
Le zone umide coinvolte nel progetto Maristanis forniscono significativi benefici economici, sociali e culturali. Sono importanti per i prodotti primari come pascoli, biomassa e pesce; sono legate a molte attività ricreative e turistiche e contribuiscono anche a ridurre gli impatti da danni da eventi climatici estremi e inondazioni; mantengono una buona qualità dell'acqua nei fiumi, ricarica delle acque sotterranee, sequestro di carbonio, e sono siti di primaria importanza per la biodiversità.

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Il progetto riguarderà 12 Comuni (San Vero Milis, Riola Sardo, Nurachi, Cabras, Oristano, Santa Giusta, Palmas Arborea, Arborea, Terralba, Guspini, Arbus e Cuglieri) con una popolazione totale di circa 80mila abitanti, 6 siti Ramsar, cioè zone umide di importanza internazionale riconosciute dalla Convenzione Ramsar (Sale 'e Porcus, Stagno di Mistras, Stagno di Cabras, Pauli Maiori, S'Ena Arrubia, Corru S'Ittiri - Marceddì - San Giovanni).
Coinvolti un totale di 10mila 206 ettari, i quasi 25mila ettari di mare protetto dell'Area Marina Protetta Penisola dei Sinis - Isola di Mal di Ventre, 10 Siti di Interesse Comunitario (Sic) e sette Zone di Protezione Speciale (Zps), aree inserite nella Rete Natura 2000, il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità.

Il progetto è coordinato dalla fondazione MedSea che, a livello internazionale, sarà affiancata da un comitato di gestione formato da diverse organizzazioni tra cui MedPan, MedWet, Plan Bleu, Pap-Rac, BirdLife International, Med-INA, la Tour du Valat e Wwf International.
Obiettivi da raggiungere, nel periodo che va dal 2017 al 2022: il ripristino delle condizioni idrauliche ottimali delle aree umide Ramsar e la tutela degli habitat marino-costieri che includono i sistemi dunali e le praterie di Posidonia, sistemi fondamentali per rinforzare la naturale resilienza della costa ai cambiamenti climatici.
Per quel che riguarda la pesca, il progetto Maristanis privilegia i metodi di artigianali e tradizionali e la salvaguardia delle specie ittiche a elevato interesse trofico, dando massima priorità alla tutela delle specie a rischio estinzione, come tartarughe marine e uccelli migratori. Una migliore gestione delle risorse naturali delle zone umide potrà creare nuove opportunità economiche nel settore della pesca, dell'aquacultura, dell'agricoltura e dell'ecoturismo e nuovi posti di lavoro.

Foto | Gaspar Torriero su Flickr

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