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3 anni senza ricci, la proposta per ripopolare il mare sardo

La proposta di Legambiente con un appello alla regione, nel far tornare i ricci nel nostro habitat marino dovrebbero essere protagonisti i lavoratori del settore.

Sospensione per tre anni della raccolta di ricci di mare. E finanziamento di un programma di ripopolamento che impieghi i ricciai professionali. Sono le due proposte di Legambiente per scongiurare la scomparsa dei ricci dal mare sardo. E allo stesso tempo per non lasciare senza lavoro chi si occupa della loro raccolta e della loro commercializzazione.

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L'appello è rivolto alla Regione. La richiesta nasce dopo una serie di incontri con pescatori, ricercatori universitari, esperti e gestori di aree marine protette. Da lì emerso un quadro molto allarmante che consiglia di intervenire con urgenza. I problemi? La richiesta esponenziale - spiega Legambiente - da parte del mercato della "polpa di riccio" con conseguente eccesso di pesca e numerosi episodi di abusivismo, e il degrado progressivo degli habitat costieri e delle praterie di posidonia.

L' sos alla Regione è articolato in una serie di divieti e proposte alternative. Primo, divieto assoluto della raccolta dei ricci nelle Aree Marine Protette, i SIC e ZPS. Secondo, moratoria di tre anni della raccolta dei ricci su tutto il territorio costiero. Legambiente suggerisce anche un finanziamento straordinario per la predisposizione di un programma di azione di ripopolamento, una drastica riduzione per la commercializzazione della polpa di ricci e una campagna di divulgazione per spiegare a operatori del settore e cittadini che rinunciare al consumo dei ricci per qualche anno è indispensabile per favorire il ripopolamento. 

Foto | Caspar Diederik su Flickr

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