Logo

Il Parco Nazionale dell'Asinara | Fotogallery

Un'isola chiamata Herculis Insulae nell'età romana, Asenara nel basso medioevo e Sinnara o Sinuaria è il nome che compare nelle carte rinascimentali.

Il Parco Nazionale dell'Asinara comprende l'isola dell'Asinara e una fascia marina di rispetto. Ricade nel territorio di Porto Torres. Ha forma sinuosa e allungata in senso nord-sud (lungh 17,5 km, largh max 6,14 km) e presenta paesaggi molto diversificati, con alte falesie scistose nella costa occidentale, ampie insenature e piccole spiagge, tipiche della morfologia granitica a rias, in quella orientale.

La vegetazione ha i caratteri tipici della macchia mediterranea termofila, con lentisco, euforbia, arborea, calicotome, fillirea a foglie strette, ginepro fenicio e cisto. La flora annovera 678 specie, di cui 29 endemiche, alcune esclusive della Sardegna settentrionale (Centaurea horrida, Limolium acutifolium, Limonium laetum), altre caratteristiche della regione sardo-corsa.

Molto rilevante la fauna, stanziale e migratoria: nell’isola si riproducono circa 80 specie selvatiche di vertebrati terrestri, tra i quali il muflone, il cinghiale, il cavallo, l’asinello sardo e il caratteristico asinello albino; tra gli uccelli, il raro gabbiano corso, il marangone dal ciuffo, il falco pellegrino, la pernice sarda. L’Asinara costituisce inoltre l’unica stazione sarda dove è presente la gazza.

L’ambiente marino, molto ricco dal punto di vista biologico, assume caratteristiche diverse nei due versanti: quello orientale è roccioso, con ripidi pendii e anfratti, quello occidentale prevalentemente sabbioso. La parte più superficiale del litorale è colonizzata da due rare specie, l’alga rossa Lithophyllum lichenoides e la patella gigante Patella ferruginea.

Nelle acque profonde il paesaggio vegetale è dominato dalle estese praterie di alghe brune (sotto i 70 m la Laminaria rodriguezii, importante paleoendemismo) e, nei substrati sabbiosi, dalla Posidonia oceanica. Nell’area marina sono inoltre presenti popolazioni di cernie brune, corvine, saraghi, stenelle e tursiopi.

L’Asinara ha potuto conservarsi in gran parte integra grazie alle vicende storiche che ne hanno determinato l’isolamento: l’uomo fu presente durante il Neolitico (domus de janas-Campu Perdu) e nel Medioevo (monastero camaldolese-Sant’Andrea; Castellaccio-Punta Maestra Fornelli), ma vi si insediò stabilmente solo a partire dal ‘600, con una comunità di pastori e pescatori.

Questa fu allontanata nel 1885, quando venne istituito il Primario Lazzaretto del Regno d’Italia, cui si aggiunse la Colonia Penale Agricola. L’isola divenne durante la prima guerra mondiale campo di prigionia dei soldati austro-ungarici e, dagli anni ‘70 sino all’istituzione del Parco nel 1997, sede di uno dei principali carceri di massima sicurezza nazionali.

Di queste vicende sono significative testimonianze: il borgo costiero di Cala d’Oliva, dalle basse bianche architetture; il sito di Cala Reale, con l’antico lazzaretto che funse anche da residenza occasionale dei reali di Savoia; l’area di Fornelli, dove l’austera costruzione dell’ex carcere di massima sicurezza non occulta l’originario impianto ottocentesco a doppia corte e celle disposte sui lunghi corridoi.

Foto: Michela Simoncini (© BY-NC-ND 3.0 IT)

Fotogallery: Flickr (© BY-NC-ND 3.0 IT) | JonybrakerOscar Carvajal - Michela Simoncini - Mario Rudas


Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.