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Meteo Sardegna: un comune su 4 senza Piano d’emergenza

Il dato arriva dalla Protezione civile, sono aumentati rispetto al 2013 ma ne sono ancora privi paesi a forte rischio ambientale come Domusnovas e Sarroch.

Aumenta il numero di comuni sardi che si dono dotati di un piano di emergenza per il maltempo e le alluvioni, ma uno su quattro, secondo gli ultimi dati diffusi dalla Protezione civile, non possiede ancora questo importante strumento di salvaguardia. Dal 2013 ad oggi, e dopo il disastro meteo di quell’inverno, i centri dell’isola che hanno il piano attivo sono passati da 208 a 283, pari al 75% del totale, ma ancora al di sotto della media italiana, che arriva all’80%. A rilanciare la polemica è il senatore del Movimento 5 stelle, Roberto Cotti, secondo il quale “molte amministrazioni comunali si ostinano a non adempiere ad un preciso obbligo di legge, sottovalutando i rischi che corrono i cittadini in caso di calamità o incidenti". Scorrendo l’elenco dei comuni “a rischio” si trovano anche Domusnovas, il centro del Sulcis dove opera la Rwm Italia Spa, azienda produttrice di bombe che Cotti ricorda essere “oggetto di recenti polemiche e inchieste della magistratura”, e addirittura Sarroch, che il parlamentare definisce “sede di una vera e propria ‘polveriera’ industriale, non risulta tra i comuni che hanno adempiuto all'obbligo di legge".

In provincia di Cagliari sono ancora privi di Piano di emergenza anche Muravera, Sadali e Sestu, ma  l'elenco sardo comprende Buggerru, Giba, Gonnesa, Iglesias, Santadi, Belvì, Bolotana, Desulo, Bortigali, Fonni, Gadoni, Gavoi, Oliena, Ollolai, Olzai, Orune, Sarule, Silanus, Sorgono, Arzana, Barisardo, Calangianus, Golfo Aranci, Arzachena, Ales, Bonarcado, Cabras, San Vero Milis, Fordongianus, Nurachi, Paulilatino, Santu Lussurgiu, Seneghe, Tresnuraghes, Uras, Bonorva e molti altri. Spiccano in positivo invece i paesi del Medio-Campidano: tutti hanno rispettato la legge e sono quindi dotati di uno strumento di gestione delle emergenze. 
E il meteo non minaccia solo le case e l’incolumità dei cittadini, ma anche l’economia, specie quella agricola: infatti, il maltempo di questi ultimi giorni ha distrutto oltre mille ettari di carciofaie nel Nord Sardegna, secondo una stima dei vertici di Coldiretti: i comuni più colpiti sono Valledoria, Viddalba e Santa Maria Coghinas.

"La grandinata potrebbe aver compromesso la produzione stagionale delle nostre carciofaie - spiega il presidente della sezione territoriale di Perfugas, Gianni Muntoni, vice presidente di Coldiretti Sassari - I chicchi di straordinarie dimensioni hanno colpito tutta la bassa valle del Coghinas e hanno devastato le coltivazioni. In alcuni casi la produzione delle carciofaie è completamente compromessa e in altri sarà ritardata di due o tre mesi". Problemi anche nelle aziende agricole dell'alta Gallura, interessate dalla tromba d'aria che ha attraversato Tempio, Nuchis, Bortigiadas, Bulzi, Badesi, Sedini, Luras, Calangianus e Perfugas. Tetti, stalle, muretti e recinzioni sono stati divelti o lesionati. Nel territorio sassarese le segnalazioni più critiche arrivano dalle campagne di Sorso, Sennori e Ittiri, con gravi danni negli orti.

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